Tornare alla vita di tutti i giorni e al lavoro, dopo un’amputazione, rappresenta una prova importante per il paziente amputato, inoltre questa fase coinvolge molteplici aspetti della vita di una persona, tra cui quelli fisici, ma anche psicologici e sociali. Infatti, perdere un arto o una parte di questo comporta un importante e radicale cambiamento nella quotidianità della persona amputata, influenzando non solo la capacità di deambulare o di eseguire specifiche azioni, ma anche l’autonomia, la sicurezza personale e la percezione di sé.
Per la persona che ha subito un’amputazione, riprendere il lavoro che svolgeva prima dell’operazione non significa soltanto tornare a svolgere le mansioni abituali, ma include anche l’adozione di nuove strategie per muoversi, l’adattamento degli spazi di lavoro e delle postazioni e la gestione delle relazioni con colleghi e responsabili. Per ciascun amputato il percorso per tornare a riprendere la vita lavorativa è unico e dipende da numerosi fattori, tra cui il tipo di lavoro, le caratteristiche personali, il supporto disponibile e la capacità di adattamento.
Per affrontare il ritorno è importante trovare un equilibrio tra il recupero fisico, la riabilitazione, il sostegno emotivo e la volontà dell’amputato di integrarsi nuovamente in un contesto professionale. In questo percorso è molto importante avere strategie mirate per affrontare le sfide quotidiane, strumenti adeguati che facilitino il lavoro e un ambiente inclusivo che supporti la persona amputata nel suo percorso di ripresa e di ritorno alla routine.
Ripartire dopo l’amputazione: sfide e strategie nel ritorno al lavoro

Dopo un’amputazione, il rientro al lavoro può apparire come un traguardo lontano e complesso. La sfida, come detto anche sopra, non riguarda unicamente la deambulazione o ritrovare la forza fisica, ma comprende anche tanti altri aspetti tra cui quello emotivo e quello psicologico. La perdita di un arto può portare a momenti di frustrazione, insicurezza e/o ansia, soprattutto se in questo difficile periodo si insinua anche la convinzione di non essere più in grado di svolgere il proprio lavoro come prima.
Una fase fondamentale di questo percorso risiede nella preparazione personale. Ma cosa si intende? Secondo alcune fonti, il supporto psicologico e la pianificazione della riabilitazione fisica sono fondamentali per ridurre l’ansia e favorire la fiducia nelle proprie capacità1.
Stabilire obiettivi realistici e soprattutto graduali aiuta la persona, che ha subito un’amputazione, a ritrovare la fiducia in se stessa e nelle proprie capacità. Alcune persone possono beneficiare di programmi di riabilitazione fisica specifici per il tipo di lavoro che svolgono, come esercizi mirati per migliorare la coordinazione e la resistenza. Allo stesso tempo, intraprendere un percorso psicologico permette di elaborare e affrontare le emozioni legate alla perdita dell’arto e gestire più efficacemente lo stress legato al rientro a lavoro.
La pianificazione anticipata del ritorno al lavoro è un altro elemento chiave. Collaborare con medici, fisioterapisti e datori di lavoro o colleghi permette di organizzare turni ridotti o mansioni adattate, riducendo l’ansia e la paura del rientro nel contesto lavorativo. Il segreto è quindi trovare un equilibrio tra le proprie possibilità attuali e le esigenze lavorative, evitando il rischio di sovraccarico fisico ed emotivo.
Tecnologie e soluzioni ergonomiche per lavorare con un arto amputato

Tra gli aspetti più immediati che vengono in mente quando si pensa al rientro a lavoro di una persona, che ha subito un’amputazione e che quindi oltre ad aver visto cambiare il proprio corpo e le proprie abitudini è stata costretta a stare per diverso tempo lontana da lavoro, riguarda l’adattamento degli strumenti e dell’ambiente di lavoro. Le protesi funzionali e gli strumenti ergonomici riducono lo sforzo fisico e permettono di svolgere compiti complessi in sicurezza2.
Oggi esistono numerose tecnologie e strumenti che supportano la persona amputata, permettendogli di svolgere le proprie mansioni in modo sicuro e senza eccessivi sforzi. Ad esempio chi lavora al computer può utilizzare tastiere speciali o mouse adattivi, mentre chi opera in ambito manuale può avvalersi di elementi o strumenti progettati per la presa e la gestione sicura degli oggetti con cui lavora.
Importantissima e non da meno è anche la riorganizzazione dello spazio di lavoro: in questo ambito rientrano le sedie regolabili, scrivanie di lavoro personalizzate e corridoi o in generale luoghi liberi da ostacoli3.
Per fortuna, ad oggi, l’attuale innovazione tecnologica offre protesi sempre più sofisticate che consentono movimenti naturali e precisi. Queste non solo facilitano le attività professionali, ma rafforzano anche la fiducia della persona che ha subito l’amputazione, permettendogli di affrontare anche compiti complessi.
Tuttavia, è importante sottolineare che l’adozione di tecnologie assistive deve essere accompagnata da periodi di formazione e di adattamento, per garantire sicurezza ed efficacia.
Integrazione e inclusione: il ruolo del datore di lavoro e dei colleghi
Il successo del ritorno al lavoro dell’amputato non dipende solo dalle capacità fisiche, dalla forza emotiva e psicologica o dagli strumenti messi a disposizione dal luogo di lavoro, ma anche dal contesto sociale nel quale il paziente amputato è inserito.
Il datore di lavoro deve garantire politiche di inclusione, strumenti adeguati e monitoraggio delle esigenze specifiche. Ovviamente non basta l’attenzione del singolo datore di lavoro o responsabile di settore per fare la differenza, infatti un ambiente inclusivo e solidale può avere un’influenza fondamentale nel supportare l’amputato nella riacquisizione della propria sicurezza e autonomia all’interno del contesto di lavoro. La sensibilizzazione dei colleghi, l’empatia e la comprensione reciproca contribuiscono a creare un clima lavorativo positivo, riducendo il rischio di isolamento del dipendente che ha subito un’amputazione.
Condividere esperienze e strategie permette non di affrontare meglio le difficoltà quotidiane. In questo senso, il ritorno al lavoro diventa per l’amputato non solo un recupero delle proprie mansioni lavorative e quindi della propria professione, ma anche un percorso di reintegrazione sociale e personale.
Affrontare le sfide personali, adottare tecnologie assistive e contare sul supporto di colleghi e datori di lavoro sono elementi essenziali per rendere possibile un reinserimento efficace. Con la giusta combinazione di questi elementi il rientro al lavoro sarà meno complesso e può rappresentare non solo un traguardo professionale, ma anche una tappa importante nel percorso di recupero e di autonomia personale.
- https://www.hopkinsmedicine.org/health/treatment-tests-and-therapies/amputation/amputation-recovery-and-rehabilitation/
↩︎ - https://www.robobionics.in/blog/best-practices-for-returning-to-work-after-an-amputation/
↩︎ - https://www.robobionics.in/blog/best-practices-for-returning-to-work-after-an-amputation/
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