Subire un’amputazione, che sia di un arto superiore, inferiore o parziale, rappresenta una delle esperienze più complesse e impattanti che una persona possa affrontare.
Le cause non sono sempre legate a traumi improvvisi: in molti casi si tratta di conseguenze di patologie croniche, come il diabete, gravi infezioni o malattie vascolari. Ogni anno in Italia circa 15.000 persone affrontano un’amputazione degli arti inferiori. Secondo Alberto Momoli, presidente della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, le cause principali sono legate a malattie vascolari come vasculopatie periferiche e ostruzioni di arti inferiori legati al diabete, che rappresentano il 60-70% dei casi, invece circa il 20-25% è di origine traumatica.
Oltre al trauma fisico e all’impatto emotivo, chi vive questa esperienza affronta anche un lungo percorso di adattamento e recupero. In questo contesto, si parla spesso di fisioterapia e riabilitazione, ma meno di un altro elemento altrettanto fondamentale: l’alimentazione. Eppure, ciò che si mangia può incidere in modo significativo sulla capacità del corpo di reagire, guarire e ritrovare un nuovo equilibrio di vita.
In questo articolo parleremo proprio di questo aspetto spesso sottovalutato: perché è importante mangiare bene dopo un’amputazione e in che modo l’alimentazione può diventare un alleato concreto nella ripresa fisica ed emotiva.
Perché il ruolo dell’alimentazione diventa centrale nel post-amputazione?

Dopo un’amputazione, il corpo e la mente vivono un periodo di grande cambiamento e stress. Non si tratta solo di riprendersi dall’intervento chirurgico, ma anche di imparare a convivere con una nuova realtà fisica ed emotiva. In questa fase, l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale, anche se spesso viene sottovalutata. Mangiare bene aiuta il corpo a guarire meglio, ad affrontare con più energia la riabilitazione e a sentirsi più forti giorno dopo giorno.
Un’alimentazione sana e completa può fare una grande differenza nella qualità della vita dopo l’amputazione. Aiuta a rafforzare il sistema immunitario, rendendo il corpo maggiormente pronto a difendersi da eventuali infezioni. Inoltre, fornisce l’energia necessaria per svolgere le attività quotidiane, partecipare alla fisioterapia e affrontare la nuova routine.
Inoltre, dopo un’amputazione il corpo può andare incontro a cambiamenti di peso e a una diversa distribuzione dello sforzo fisico. Per questo motivo, mangiare in modo equilibrato aiuta anche a mantenere un peso adatto alle nuove esigenze del corpo, evitando fastidi come dolori alla schiena, affaticamento o difficoltà nell’uso di una protesi. Non si tratta di seguire una dieta rigida o pesare ogni piatto, ma piuttosto di fare attenzione alla qualità dei cibi, preferendo quelli che nutrono e danno benefici reali.
Mangiare bene può avere un impatto positivo anche sul benessere mentale. Dopo un’amputazione non è raro sentirsi scoraggiati o insicuri e prendersi cura della propria alimentazione è un primo passo per ritrovare il proprio benessere.
Recupero post-amputazione: l’importanza di un percorso nutrizionale

Per favorire il recupero dopo l’amputazione, è utile coinvolgere un team di professionisti, tra cui dietisti, medici e fisioterapisti. Alcune linee guida raccomandano di iniziare subito un percorso nutrizionale, anche in ospedale, per ridurre il rischio di malnutrizione e accelerare in questo modo il recupero, infatti uno stato nutrizionale non adeguato può ritardare la guarigione delle ferite.
Inoltre, è utile rivedere periodicamente il fabbisogno nutrizionale, considerando il peso reale o il peso corporeo del paziente, dato che un’amputazione altera le proporzioni corporee. Esistono metodi specifici per stimare un peso corporeo corretto in chi ha perso un arto, per adattare meglio l’apporto calorico e proteico.
Il supporto alimentare va affiancato a una moderata attività fisica, quando possibile: anche semplici esercizi aiutano a mantenere massa muscolare e funzionalità. Insieme all’alimentazione corretta, questo approccio integrato rende più efficace il recupero, previene complicanze e migliora il percorso verso una nuova autonomia.
Infine, è importante parlare anche di gestione del peso nel lungo termine: diversi elementi possono favorire l’aumento di peso, tra cui la diminuzione dell’esercizio fisico, alterazioni dell’umore, reazioni avverse ai farmaci e modifiche nello stile di vita, come la difficoltà nello svolgere azioni quotidiane. L’eccesso di peso rappresenta un ulteriore carico per le articolazioni, che potrebbero già risultare fragili o compromesse dalla presenza di protesi. Per questo mantenere un equilibrio calorico adeguato e uno stile di vita attivo è fondamentale per la qualità della vita futura.
Supporto per i pazienti amputati: il ruolo del personale sanitario e dei familiari
Dopo un’amputazione, il percorso di ripresa non è mai qualcosa da affrontare da soli. L’alimentazione, come molte altre abitudini quotidiane, può diventare più difficile da gestire: mancano le forze, la voglia o anche solo la chiarezza su cosa sia giusto fare. Per questo è importante il supporto degli altri, a partire dal personale sanitario.
Dietisti, medici e fisioterapisti possono aiutare a costruire un piano alimentare semplice, adatto alle nuove esigenze e a trovare soluzioni pratiche per superare gli ostacoli quotidiani.
Anche il sostegno emotivo della famiglia o degli amici fa una grande differenza. Sedersi a tavola insieme, condividere un pasto, ricevere un aiuto nella preparazione dei pasti può far tornare il momento del cibo a essere qualcosa di piacevole, anziché motivo di stress.
Quando ci si sente accompagnati, è più facile ritrovare la voglia di prendersi cura del proprio corpo e, con il tempo, tornare a una vita più serena e autonoma.