Mirror Therapy: la strategia per ridurre la sindrome dell’arto fantasma 

Quanto spesso hai sentito parlare di arto fantasma? E come mai questa sindrome si può sviluppare in seguito all’amputazione? Queste sono solo alcune delle domande a cui daremo una risposta in questo articolo. 

L’amputazione è un evento traumatico che porta con sé conseguenze sia fisiche che psicologiche. La portata della tragicità è talmente importante che il paziente per poter tornare a condurre la propria vita deve affrontare diverse fasi, ma soprattutto affidarsi a professionisti come medici, fisioterapisti e psicologi.

Tra gli ostacoli che molti pazienti si trovano ad affrontare durante il percorso post amputazione vi è quello della sindrome dell’arto fantasma. Per fortuna tra le diverse terapie per risolvere la sindrome, di cui parleremo nel primo paragrafo, una spicca in particolar modo, in quanto è risultata essere tra le più efficaci e utilizzate. Stiamo parlando della Mirror Therapy, che tradotto significa la terapia dello specchio, chiamata così proprio perché lo specchio è l’oggetto protagonista della terapia. 

Come può uno specchio risolvere la sindrome dell’arto fantasma? Vediamolo insieme nei prossimi paragrafi. 

Arto fantasma: che cos’è e perché si può sviluppare in seguito all’amputazione?

Per rispondere subito a una della due domande di questo paragrafo, la sindrome dell’arto fantasma è una condizione che, purtroppo, la maggior parte delle persone che hanno subito un’amputazione, quindi la rimozione di un arto o di un suo segmento, percepiscono una sensazione di dolore e movimento dell’arto mancante

Le sensazioni associate all’arto fantasma non sono per tutti i pazienti le stesse, ma variano da persona a persona. Alcuni individui descrivono sensazioni di dolore, bruciore, prurito o crampi nell’area dell’arto mancante. Altri avvertono sensazioni di movimento, come se l’arto fosse ancora presente e potesse essere mosso. Alcuni riportano anche la sensazione di toccare, sentire o muovere le dita o altre parti dell’arto che non esistono più fisicamente.

Tra i fattori che aggravano il dolore si elencano l’affaticamento, l’attenzione, la preoccupazione incessante, l’insonnia, le emozioni, la pressione sul moncone, le variazioni meteorologiche, la concomitanza di altri dolori, il raffreddamento e/o il riscaldamento1.

La domanda che potrebbe sorgere spontanea è: come è possibile che accada tutto questo? Perché un paziente che ha subito l’amputazione di un arto o di una parte di esso può avere la sensazione di dolore, prurito o movimento di quest’ultimo? 

Le cause esatte della sindrome dell’arto fantasma non sono completamente comprese, ma gli scienziati ritengono che sia il risultato di una complessa interazione tra il cervello e il sistema nervoso periferico.

Dopo un’amputazione, il cervello continua a ricevere segnali neurali dalla zona in cui un tempo era presente l’arto. Questi segnali possono essere generati da residui nervosi rimasti nell’area dell’amputazione o possono derivare da cambiamenti nel modo in cui il cervello interpreta i segnali sensoriali provenienti da altre parti del corpo.

Uno dei meccanismi proposti è che il cervello, dopo l’amputazione, riorienti le mappe neurali per riflettere la nuova realtà corporea. Tuttavia, questo processo di riorientamento non sempre avviene in modo uniforme o completo, il che può portare a sensazioni di un arto fantasma.

Mirror Therapy: la strategia per ridurre l’arto fantasma 

La terapia dello specchio (MT) è una tecnica terapeutica introdotta per la prima volta nel 1996 da Ramachandra e Rogers-Ramachandra e coinvolge l’uso di uno specchio posizionato strategicamente in modo che l’individuo possa vedere il riflesso dell’arto sano mentre immagina di muovere l’arto amputato.

Questo crea un’illusione visiva che suggerisce al cervello che l’arto mancante sia ancora presente e funzionante. Il cervello umano è incredibilmente adattabile e può essere ingannato da semplici illusioni ottiche. Nella terapia dello specchio, quando un individuo muove l’arto residuo, il riflesso dello specchio crea l’illusione ottica che l’arto amputato stia eseguendo anche quei movimenti. Questo invia segnali al cervello che possono aiutare a ridurre il dolore e migliorare la funzionalità.

Il concetto alla base della terapia dello specchio è la neuroplasticità, la capacità del cervello di riconfigurare le sue connessioni neurali in risposta all’esperienza e alla stimolazione. Attraverso l’allenamento costante e ripetuto con la terapia dello specchio, il cervello può adattarsi e ridurre la percezione del dolore associato all’arto fantasma.

Vediamo insieme come si svolge la Mirror Therapy2:

  1. Inizialmente, si invita il paziente a posizionare il moncone dietro lo specchio e l’arto sano in una postura neutra. L’obiettivo è che il paziente osservi il riflesso del suo arto sano in modo tale da percepirlo come l’arto mancante nello spazio. È essenziale che il paziente mantenga gli arti immobili per un periodo massimo di 5-10 minuti.
  2. Successivamente, si procede incoraggiando il paziente a muovere gradualmente l’arto sano in varie posizioni, mantenendo l’arto mancante in una posizione di riposo. Di nuovo, si chiede al paziente di concentrarsi sulle sensazioni provenienti dall’arto mancante e di prestare attenzione a tali sensazioni per 5-10 minuti.
  3. Il passaggio successivo coinvolge il movimento simultaneo di entrambi gli arti, osservando il riflesso nello specchio. Si incoraggia il paziente a focalizzarsi sulle sensazioni provenienti da entrambi gli arti durante i movimenti.
  4. Infine, si invita il paziente a muovere l’arto sano in diverse posizioni rispetto a quello mancante, continuando a osservare gli effetti nello specchio.

Efficacia e prospettive future della Mirror Therapy

Numerosi studi hanno dimostrato l’efficacia della Mirror Therapy nel ridurre il dolore e migliorare la qualità della vita dei pazienti con arti fantasma.

Tuttavia, ci sono ancora sfide da affrontare, tra cui la standardizzazione delle procedure e l’identificazione dei pazienti più adatti a beneficiare di questa terapia. Le prospettive future della Mirror Therapy includono la ricerca di modalità più personalizzate e innovative di applicazione, nonché l’integrazione con tecnologie avanzate, come la realtà virtuale, per ottimizzare i risultati clinici.

Con ulteriori studi e sviluppi, la Mirror Therapy potrebbe diventare un pilastro importante nella gestione degli arti fantasma, offrendo speranza e sollievo a milioni di persone in tutto il mondo.

Vuoi iniziare il tuo percorso di ripresa? Il nostro team di professionisti coordinato dall’esperienza del Dott. Marco Traballesi ti supporterà per riacquisire la tua piena autonomia. 

1 https://www.inail.it/cs/internet/docs/alg_mirror_box_therapy.pdf

2 https://www.inail.it/cs/internet/docs/alg_mirror_box_therapy.pdf

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