Protesi di arto inferiore: cos’è e come si indossa?

L’amputazione in generale, e quella dell’arto inferiore in particolare, rappresenta un ostacolo e una grande sfida per chi si trova ad affrontarla perché muta la vita del paziente amputato, il quale non solo vede il proprio aspetto fisico cambiare, ma percepisce anche una riduzione della propria autonomia. Per questi e per tanti altri motivi l’amputazione rappresenta un evento traumatico che, per essere affrontato, richiede il supporto delle persone giuste, di specialisti e fisioterapisti che con le loro competenze possano accompagnare il paziente lungo il percorso di recupero e di ritorno alla vita.

In questo articolo affronteremo diversi temi: inizieremo a parlare di che cos’è l’amputazione dell’arto inferiore e la riabilitazione della persona amputata di arto inferiore. Infine parleremo dei tempi di recupero e delle prospettive future in questo ambito.

Che cos’è una protesi di arto inferiore?

Dopo l’amputazione l’impatto fisico ed emotivo è considerevole. Oggi però, nonostante la complessità della condizione che vivono i pazienti a seguito di un’amputazione di arto inferiore, è possibile affrontare anche questo intenso e difficile momento grazie ai progressi della tecnologia e alla riabilitazione che permettono a gran parte degli individui di recuperare una buona qualità della vita.

La fisioterapia svolge un ruolo cruciale per l’amputato e per il suo recupero perché fornisce strategie e obiettivi specifici con lo scopo di ridurre il dolore, migliorare la funzionalità e favorire l’adattamento all’uso della protesi.
L’amputazione di arto inferiore nella maggior parte dei casi è una scelta obbligata a seguito di condizioni cliniche molto gravi, come ad esempio un trauma, una malattia vascolare in stadio avanzato o un tumore.

L’asportazione dell’arto può avvenire a diversi livelli:

  • amputazione del piede totale o parziale
  • amputazione trans-tibiale (sotto al ginocchio)
  • disarticolazione del ginocchio
  • amputazione trans-femorale (sopra al ginocchio)
  • disarticolazione dell’anca
  • emipelvectomia

Come si indossa la protesi?

protesi piede

La riabilitazione dopo l’amputazione di arto inferiore si basa su una serie di strategie e obiettivi che vengono personalizzati in base alle specifiche esigenze dell’individuo, infatti ogni paziente ha proprie necessità e una condizione fisica che ne differenzia il percorso di recupero.

Prima di affrontare le fasi della riabilitazione nell’amputazione di arto inferiore, comprendiamo che cos’è la riabilitazione. Quest’ultima si può definire come un processo di soluzione dei problemi e di educazione nel corso del quale si porta una persona disabile a raggiungere il miglior livello di vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale. Ovviamente, ogni percorso riabilitativo dipende da alcuni fattori come ad esempio: la personalità del paziente, il livello cognitivo, il livello di amputazione, l’etàaltre malattie concomitanti e quindi il quadro generale di salute dell’amputato e i tempi di attesa alla protesizzazione.

Compreso che cos’è la riabilitazione e che la ripresa del paziente dipende anche da alcuni fattori esterni, vediamo meglio quali sono le fasi della riabilitazione nell’amputato.

La riabilitazione parte da una valutazione generale delle condizioni del paziente, si procede infatti con l’ispezione della cute, il tono muscolare, la rigidità articolare, la forza muscolare, la valutazione degli arti superiori e dell’arto controlaterale e il controllo del tronco. In questa fase iniziale si procede con la valutazione del dolore e le sue cause, queste possono essere borsiti, flogosi, intrappolamento dei nervi, osteofitosi, insufficienza artero-venosa, cicatrice retratta, compressione, irritazione della cute.

Il percorso riabilitativo procede poi con la fase di preparazione del moncone, che comprende la cura delle ferite, la riduzione dell’edema e la formazione di una corretta forma anatomica per la protesi. In questa fase è fondamentale garantire una buona guarigione delle ferite, prevenire infezioni e ridurre al minimo le complicazioni, quali ad esempio retrazione dei muscoli che determinano flessione di ginocchio negli amputati di gamba o flessione dell’anca negli amputati di coscia.

Successivamente, il paziente viene coinvolto in un programma di esercizi terapeutici mirati a migliorare la forza muscolare residua, la mobilità articolare e l’equilibrio. L’obiettivo è quello di potenziare i muscoli e gli arti, al fine di migliorare la forza e riuscire a mantenere l’equilibrio e la capacità di sopportare il carico durante la deambulazione. Gli esercizi possono includere il potenziamento muscolare mediante l’uso di pesi, resistenze elastiche o macchinari specifici. Inoltre, la riabilitazione prevede anche esercizi di stretching per migliorare la flessibilità e la mobilità articolare.

La riabilitazione del paziente amputato si divide in due momenti cruciali: prima e dopo l’applicazione della protesi. La fase successiva a quella di preparazione del moncone è la terapia con la protesi in cui, attraverso esercizi mirati, si accompagna progressivamente l’amputato ad abituarsi alla protesi, iniziando con un periodo di familiarizzazione nel quale impara ad indossare la protesi e come gestirne l’igiene e poi l’adattamento a sopportare le nuove sensazioni determinate dal contatto del moncone con l’invaso e il carico sulla protesi, seguito da esercizi specifici per imparare a camminare, salire e scendere le scale, e svolgere altre attività quotidiane. La terapia con la protesi richiede pazienza e pratica costante, poiché il paziente deve imparare nuovi schemi motori e coordinazione per utilizzare la protesi in modo efficace e sicuro.

Il percorso riabilitativo si basa su un piano di trattamento personalizzato. Gli obiettivi possono includere il raggiungimento di una deambulazione indipendente con la protesi, il ritorno alle attività sportive o ricreative, e l’aumento della resistenza fisica. Il trattamento fisioterapico mira anche a ridurre il dolore, migliorare la qualità del movimento e promuovere una buona postura.

Quali sono i benefici delle protesi di arto inferiore?

medico e paziente con protesi

La protesi di arto inferiore offre una vasta gamma di benefici fisici ai pazienti. Oltre al ripristino della funzionalità e dell’indipendenza generale, questi dispositivi innovativi hanno un impatto significativo sulla qualità della vita delle persone che le utilizzano.

Vediamo di seguito alcuni dei vantaggi che il paziente può riscontrare, indossando una protesi di arto inferiore:

  • Miglioramento della qualità della vita: le protesi consentono ai pazienti di tornare alle loro attività quotidiane, lavorative e ricreative che praticavano prima dell’amputazione.
  • Miglioramento della postura e dell’equilibrio e della fatica: le protesi contribuiscono a mantenere una postura più corretta e stabile, migliorando l’equilibrio.
  • Ripresa dell’autostima e dell’indipendenza: indossare una protesi può contribuire a ripristinare l’autostima e l’indipendenza del paziente.
  • Partecipazione sociale: una protesi funzionale offre ai pazienti la possibilità di partecipare attivamente alla società.
  • Potenziale miglioramento della salute mentale: la capacità di svolgere attività quotidiane e il recupero dell’indipendenza possono avere un impatto positivo sul tono dell’umore del paziente, riducendo lo stress e migliorando il benessere emotivo complessivo.

Le protesi di arto inferiore hanno cambiato la vita di tantissimi individui, permettendo di superare le sfide dell’amputazione e di recuperare la propria autonomia.

Indossare una protesi richiede impegno, ma con il giusto supporto dei nostri specialisti, molti pazienti riescono a superare le difficoltà iniziali e ad adattarsi con successo a questa nuova fase della loro vita.

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