Le protesi hanno il compito fondamentale di restituire al corpo umano forma, struttura e funzionalità, rappresentando una risposta essenziale quando, a causa di traumi, malattie o altre condizioni, si verifica un cambiamento radicale e impattante come l’asportazione di un arto o di una parte di esso.
La protesi, tuttavia, non è solo uno strumento tecnico: essa rappresenta una soluzione che, insieme a un adeguato percorso di riabilitazione, consente alla persona amputata di riacquisire autonomia e tornare a svolgere le attività della vita quotidiana. Per questo motivo, è essenziale che i pazienti abbiano una comprensione chiara e approfondita delle protesi, non solo in termini di funzionamento, ma anche delle diverse tipologie disponibili, in modo da poter affrontare questa nuova realtà con maggiore consapevolezza.
Nel seguente articolo, ci proponiamo di esplorare in dettaglio due principali categorie di protesi: le protesi modulari, caratterizzate da un design flessibile e personalizzabile, e le protesi tradizionali, che seguono un approccio più convenzionale. L’obiettivo principale di questo approfondimento è fornire un supporto concreto ai pazienti che si trovano per la prima volta a confrontarsi con questa complessa realtà. Offrire loro informazioni chiare e complete può contribuire a rendere il percorso di adattamento meno arduo, alleviando in parte le difficoltà iniziali.
Protesi tradizionali: cosa sono?
Le protesi possono essere suddivise in diverse tipologie, principalmente in base al sistema di costruzione adottato. In linea generale, si distinguono due approcci principali: il sistema tradizionale e il sistema modulare. Il primo dà origine alle cosiddette protesi esoscheletriche, mentre il secondo è impiegato per la realizzazione di protesi endoscheletriche.
In questo paragrafo ci concentreremo sulle protesi tradizionali, analizzandone caratteristiche e limiti. Le protesi tradizionali si distinguono per il ruolo portante delle loro pareti rigide, che costituiscono l’elemento strutturale principale. A queste pareti possono essere aggiunti, se necessario, alcuni componenti articolari, ma l’aspetto che maggiormente caratterizza queste protesi è la loro struttura complessivamente statica. Questo aspetto rende le protesi tradizionali meno adatte alle esigenze delle persone giovani o attive, che conducono uno stile di vita dinamico. La rigidità della struttura non consente l’aggiunta di elementi come ammortizzatori, rotatori o altre componenti elastiche che potrebbero migliorare la funzionalità e il comfort della protesi.
Un altro limite significativo è il peso: queste protesi risultano generalmente più pesanti rispetto alle loro controparti modulari, il che le rende meno pratiche e spesso scomode nell’uso quotidiano.
Quali sono le caratteristiche delle protesi modulari?
Come accennato nel precedente paragrafo esistono anche le protesi modulari, che presentano delle caratteristiche differenti rispetto alle protesi tradizionali.
Le protesi modulari rappresentano un importante passo avanti nel campo delle protesi, abbandonando la struttura rigida e standardizzata delle versioni tradizionali per adottare un sistema composto da più moduli, ossia singoli elementi facilmente intercambiabili e adattabili. A differenza delle protesi esoscheletriche, che si basano su una configurazione semplice con tre componenti principali (invasatura, ginocchio e piede), le protesi endoscheletriche offrono una maggiore complessità strutturale, includendo fino a sei componenti: invasatura, giunto di collegamento, ginocchio, tubo modulare, piede e rivestimento cosmetico1. La parte portante della protesi è costituita da una struttura tubolare leggera e resistente, progettata con materiali come acciaio, alluminio, carbonio o titanio, scelti in base alle esigenze del paziente, con l’obiettivo di mantenere un peso contenuto senza compromettere la robustezza2.
Uno dei principali vantaggi delle protesi modulari è la loro flessibilità, sia in termini di allineamento statico, che tiene conto della posizione naturale del corpo, sia dinamico, che si adatta al movimento e alle forze in gioco durante l’uso quotidiano.
Questa struttura modulare consente non solo di personalizzare la protesi in base alle caratteristiche fisiche e alle esigenze specifiche del paziente, ma anche di effettuare regolazioni o sostituzioni di singoli componenti in caso di necessità, anche dopo il completamento della protesi.
Inoltre, grazie all’adozione di più moduli, è stato possibile sviluppare articolazioni sofisticate per anca, ginocchio e caviglia, rendendo la protesi altamente funzionale e in grado di rispondere alle esigenze specifiche di ciascun individuo, migliorando sensibilmente la qualità della vita dei portatori3.
Chi è lo specialista che realizza le protesi?
Le protesi ortopediche sono costruite da professionisti altamente specializzati, noti come tecnici ortopedici. Questi esperti lavorano spesso in stretta collaborazione con medici ortopedici, fisioterapisti e altri operatori sanitari per progettare e realizzare protesi personalizzate che rispondano alle specifiche esigenze del paziente.
Utilizzano materiali avanzati come leghe metalliche, polimeri e compositi per garantire leggerezza, resistenza e funzionalità. In alcuni casi, si avvalgono di tecnologie innovative come la stampa 3D per ottenere risultati più precisi e personalizzati.
L’obiettivo principale del tecnico ortopedico è migliorare la qualità della vita del paziente, ripristinando la mobilità e la funzionalità dell’arto o della struttura compromessa.