Quanto dura la degenza dopo l’amputazione di un arto?

Rispondere alla domanda presente nel titolo di questo articolo è improbabile, il motivo è molto semplice: dopo un’operazione così importante e invasiva come lo è quella dell’amputazione di un arto, che sia inferiore o superiore, non è possibile prevedere una durata media del periodo di degenza che la persona amputata dovrà affrontare. 

Questo perché, nei momenti subito successivi all’operazione, la rapidità di recupero e quindi la durata del ricovero dipende da tantissimi fattori esogeni e non solo, come: 

  • le complicazioni post-operatorie, che si potrebbero presentare dopo l’amputazione e che potrebbero allungare il periodo di degenza;
  • le condizioni fisiche del paziente, è ovvio che se la causa che ha portato all’amputazione è dipesa da un incidente automobilistico o comunque da un trauma è possibile che il paziente abbia riportato anche altri problemi fisici e vien da sé comprendere che il periodo di degenza potrebbe inevitabilmente allungarsi;
  • la storia clinica del paziente, anche in questo caso, se l’amputazione è stata la conseguenza di un problema, come ad esempio il diabete, che potrebbe condurre anche ad altre complicazioni, il periodo di ricovero potrebbe essere più lungo;
  • l’età del paziente è un elemento da non sottovalutare. Vien da sé comprendere che un paziente giovane e in salute riuscirà con alte probabilità a riprendersi dopo l’operazione con più rapidità rispetto a un paziente di età avanzata che, pur stando in salute, impiegherà più tempo per recuperare. 

Come abbiamo visto sono diversi i fattori che possono incidere sul periodo di degenza dopo l’amputazione di un arto e per questo non è possibile rispondere con certezza alla domanda del presente articolo.

Quello che è possibile fare è approfondire quali possono essere le complicazioni in cui si può incorrere dopo un’operazione di questo tipo. Inoltre, approfondiremo quanto è importante il ruolo dell’equipe medica multidisciplinare e dello psicologo come supporto emotivo e non solo nel periodo di degenza e oltre. 

Complicazioni post-operatorie e impatto sulla durata della degenza

È bene comprendere, prima di approfondire quali possono essere le complicazioni post-operatorie dopo l’amputazione di arto e di come queste possono avere un impatto sulla durata della degenza, che cos’è l’amputazione e da cosa potrebbe essere causata. 

Quando si parla di amputazione, si intende l’asportazione chirurgica o la perdita accidentale di uno o più di un arto, nei casi più gravi di entrambi. Nelle amputazioni definite “minori”, invece, l’amputazione potrebbe compromettere solo una parte dell’arto, come ad esempio il dito o più dita della mano o del piede.  

L’amputazione coinvolge l’asportazione chirurgica di tutte le sue componenti, come: cute, sottocute, nervi, vasi sanguigni, muscoli, tendini e ossa. 

Compreso che cos’è l’amputazione di un arto, vediamo quali possono essere le complicazioni. Come in ogni intervento chirurgico, ci sono rischi di natura generale (associati all’anestesia e allo stato di salute generale del paziente) e specificamente chirurgici.

La maggiore probabilità di andare incontro a diverse complicanze dipende da diversi fattori come: 

  • l’età del soggetto;
  • la causa dell’amputazione (se programmata o eseguita in urgenza);
  • il tipo di amputazione;
  • le condizioni generali di salute del paziente.

Tra le complicazioni più diffuse dopo l’amputazione si elencano: infezione delle ferita o difficoltà affinché questa si rimargini e guarisca completamente, trombosi venosa dell’arto operato o del controlaterale, sindrome dell’arto fantasma e la formazione di speroni ossei

Nel caso in cui la ferita dovesse infettarsi o non rimarginarsi, questa complicazione comporterebbe un aumento del periodo di degenza. La guarigione del moncone, l’estremità dell’arto residuo, è molto importante in quanto la sua totale guarigione permetterà al paziente di poter indossare una protesi e tornare a deambulare autonomamente, nel caso in cui l’amputazione riguardi l’arto inferiore, o in ogni caso tornare a svolgere le attività che svolgeva prima del drammatico evento. 

Un’altra complicazione che si potrebbe verificare dopo l’amputazione è la sindrome dell’arto fantasma, noto anche come “sensazione dell’arto fantasma”. Questa condizione può dare sensazioni di prurito, dolore o formicolio fino a percezioni di movimento dell’arto mancante. I pazienti che si trovano ad affrontare questa fastidiosa condizione dovranno quindi superare un ostacolo in più e affrontare, con molta probabilità, un periodo più lungo di degenza. 

Compreso che il periodo di degenza dipende da diversi avvenimenti, esogeni e non, vediamo di seguito quanto è importante e che ruolo ha l’equipe medica multidisciplinare nella gestione post-operatoria del paziente amputato

Ruolo del team medico multidisciplinare nella gestione post-operatoria

L’amputazione di un arto è un evento che può avere un impatto significativo sulla vita di un individuo, non solo fisicamente ma anche emotivamente e psicologicamente. 

Dopo l’intervento chirurgico, la gestione post-operatoria diventa cruciale per garantire il recupero ottimale del paziente e il miglioramento della sua qualità di vita. 

In questo contesto, il coinvolgimento di un team medico multidisciplinare si rivela fondamentale per affrontare le molteplici sfide che possono sorgere durante il percorso di riabilitazione. Vediamo quali sono le figure coinvolte:

  • chirurghi ortopedici: i chirurghi ortopedici sono spesso i protagonisti del processo di amputazione e giocano un ruolo fondamentale nella fase post-operatoria, monitorando da vicino la guarigione delle ferite e valutando la necessità di eventuali interventi. 
  • fisioterapisti e terapisti occupazionali: i fisioterapisti e i terapisti occupazionali svolgono un ruolo chiave nel supportare il paziente nell’apprendimento di nuove abilità e nel ritorno alle attività quotidiane. Essi possono fornire istruzioni su come utilizzare adeguatamente protesi e ausili per la deambulazione.
  • psicologi: l’amputazione di un arto può generare una serie di reazioni emotive complesse. Gli psicologi offrono supporto emotivo e psicologico al paziente e ai loro familiari, aiutandoli ad affrontare i sentimenti di lutto e adattamento legati alla nuova condizione fisica.
  • nutrizionisti e dietisti: una corretta alimentazione è essenziale per promuovere la guarigione e prevenire complicazioni dopo l’amputazione. 

Il successo della gestione post-operatoria dopo un’amputazione dipende anche dalla collaborazione sinergica di un team medico multidisciplinare. L’approccio integrato e personalizzato offerto da questi professionisti è essenziale per garantire un recupero completo e una migliore qualità della vita per i pazienti.

Supporto emotivo e psicologico per i pazienti durante la degenza e oltre

Il supporto psicologico durante il periodo di degenza post-amputazione di un arto è estremamente importante. Infatti, questo tipo di intervento chirurgico può avere un impatto significativo sulla salute mentale e sul benessere emotivo del paziente, in quanto può provocare una serie di emozioni, tra cui lutto, rabbia, tristezza, senso di perdita, depressione e ansia.

È comune che i pazienti che subiscono un’amputazione affrontano depressione e ansia legate alla perdita dell’indipendenza, alla paura del futuro e alla percezione di sé. La terapia può fornire strumenti per gestire queste emozioni e prevenire il peggioramento dei sintomi. Inoltre, l’amputazione comporta cambiamenti significativi nella vita quotidiana, nell’autostima e nelle relazioni interpersonali. Il supporto psicologico può aiutare il paziente a elaborare questi cambiamenti e adattarsi alla loro nuova situazione.

Il supporto psicologico può contribuire a migliorare la qualità della vita del paziente, aiutandolo a favorire il recupero fisico e psicologico del paziente, ad affrontare le sfide emotive legate alla perdita dell’arto e a ritrovare un senso di benessere e speranza per il futuro.

Dopo l’amputazione vuoi ritrovare la tua autonomia e il tuo benessere fisico? Affidati agli specialisti di Reha Group e all’equipe medica del Dott. Traballesi. 

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